Coltivare la Canapa per la Bonifica dei Suoli Inquinati

Fitorisanamento del TerrenoInquinare il suolo significa alterarne l’equilibrio tramite sostanze tossiche e dannose come i rifiuti solidi urbani, oppure quelli industriali – contenenti materiali plastici e metalli, non soggetti a biodegradazione se non in tempi lunghissimi – che penetrano nel terreno, inquinandolo, raggiungendo le falde acquifere.
L’insieme dei fattori che regolano l’ ecosistema terrestre è delicato, anche il minimo cambiamento può creare gravi conseguenze: l’uomo è tra questi il fattore più decisivo, perché – oltre a quello di devastarlo – ha anche il potere di risanare l’ambiente.

Risanamento e bonifica dei Metalli Pesanti: cos’è il Fitorisanamento?

Per bonificare suoli inquinati possono essere utilizzate alcune piante che sono in grado di fitoestrarre metalli pesanti e/o indurre la degradazione di composti organici in terreni contaminati. Sono molteplici le piante con queste caratteristiche, tra queste vi è l’erba storna alpestre – capace di assorbire zinco, piombo ed altri metalli pesanti dal terreno – e la Canapa.

Queste due piante hanno molto in comune: fanno parte della flora italiana da tempi ancestrali e assorbono metalli dalle radici, accumulandoli nelle foglie (non nella fibra, che può essere quindi utilizzata) dove restano intrappolati fino a quando le foglie non cadono sul terreno (da cui verranno raccolte per essere appositamente smaltite).

Il Fitorisanamento è una svolta rivoluzionaria per la bonifica ambientale: la decontaminazione avviene semplicemente seminando e raccogliendo delle piante. Cosa può esserci di più ecosostenibile? Rispetto alle bonifiche tradizionali si parla di un risparmio di milioni di euro, oltre che il salvataggio di terreni e la loro riqualificazione in tempi brevissimi.

Risanare le terre martoriate dall’inquinamento dell’uomo: da Chernobyl all’ Ilva di Taranto

Dopo l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl i terreni circostanti sono stati incubatori di materiale radioattivo e sostanze tossiche per anni, richiedendo l’ ingenza di iniziative per la messa in sicurezza dell’area.

Vennero così introdotte colture resistenti alle tossine, capaci di bonificare e riqualificare i terreni , tra cui il progetto americano sperimentale basato appunto sul Fitorisanamento: in quel caso venne utilizzata la Canapa.

Fu il primo di una lunga serie di opere di bonifica ambientale tramite Cannabis, specializzatasi poi per combattere la diossina e i metalli pesanti. L’Italia è altamente inquinata dalla diossina: la Terra dei Fuochi, la Sardegna e soprattutto Taranto, il caso più eclatante (responsabile di oltre il 30% delle emissioni nazionali di diossina).

Dal 2012 anche qui, nelle colture attorno l’ Ilva di Taranto, assieme a Canapuglia, agricoltori e allevatori della zona si sono mossi per continuare la sperimentazione (iniziata a Chernobyl) del Fitorisanamento tramite Canapa.

Questa pianta – ricordiamolo: facilissima da coltivare, non prevede l’uso di diserbanti chimici e richiede bassissimi costi idrici – ha delle proprietà benefiche eccezionali per il suolo, riuscendo ad assorbire sostanze inquinanti e regolare i livelli di carbonio nel suolo, permettendo così di non condannare ettari di terreno fertile a diventare delle discariche a cielo aperto. Oppure – e questo è anche peggio – ad un futuro riutilizzo per la coltivazione di ortaggi, frutti e verdure che finiranno nei nostri piatti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *